Data di uscita: 18 settembre 2025
Genere: Biografico
Anno: 2025
Regia: Pietro Marcello
Attori: Noémie Merlant, Valeria Bruni Tedeschi, Vincenzo Nemolato, Fausto Russo Alesi, Giovanni Morassutti, Vincenzo Pirrotta, Marcello Mazzarella, Federico Pacifici, Noémie Lvovsky, Fanni Wrochna, Iacopo Fanelli, Gaja Masciale, Vincenza Modica
Paese: Italia, Francia
Durata: 122 min
Distribuzione: PiperFilm
Sceneggiatura: Pietro Marcello, Letizia Russo, Guido Silei
Fotografia: Marco Graziaplena
Montaggio: Fabrizio Federico, Cristiano Travaglioli
Musiche: Fabrizio Elvetico, Marco Messina, Sacha Ricci
Produzione: Palomar, Avventurosa
Trama:
racconta gli ultimi anni di Eleonora Duse (Valeria Bruni Tedeschi), leggendaria figura del teatro italiano e donna dal temperamento fiero e indomito, capace di lasciare un’impronta profonda nella storia culturale europea.
A narrare la sua storia è la voce della figlia, che rievoca gli ultimi giorni di una madre che, pur segnata dalla fine imminente, resta un’anima irrequieta, moderna e profondamente libera, distante dalle convenzioni e dalle ipocrisie del suo tempo. La sua carriera sembra ormai alle spalle, ma in un’Italia attraversata dalla violenza della Grande Guerra e dai primi segnali dell’oscurità fascista, Duse avverte il bisogno di tornare a teatro. Non è un ritorno nostalgico, ma un gesto necessario, l’ultimo tentativo di riaffermare se stessa, il proprio pensiero, la propria voce, in un mondo che cambia troppo in fretta e sembra voler cancellare tutto ciò per cui ha lottato: libertà, arte e identità. Spinta anche da gravi difficoltà economiche, Eleonora sceglie ancora una volta la scena come ultimo rifugio e campo di battaglia, spinta da un’urgenza interiore che trascende il successo o il riconoscimento. Il teatro diventa per lei un atto di resistenza, un luogo dove ogni parola pronunciata e ogni gesto compiuto assumono la forza di un’azione politica ed esistenziale.
Ma questa scelta radicale ha un costo. Gli affetti si allontanano, la salute si consuma, e il disincanto si insinua silenzioso, insinuandosi come una crepa invisibile. Eppure, fino all’ultimo, Eleonora resta fedele alla propria natura, non arretra di fronte al dolore né al declino, e affronta l’ultimo tratto del suo viaggio con la stessa intensità che ha sempre messo in scena. Perché si può rinunciare a tutto, persino alla vita, ma non alla propria integrità, che per lei coincideva con l’arte stessa.
A narrare la sua storia è la voce della figlia, che rievoca gli ultimi giorni di una madre che, pur segnata dalla fine imminente, resta un’anima irrequieta, moderna e profondamente libera, distante dalle convenzioni e dalle ipocrisie del suo tempo. La sua carriera sembra ormai alle spalle, ma in un’Italia attraversata dalla violenza della Grande Guerra e dai primi segnali dell’oscurità fascista, Duse avverte il bisogno di tornare a teatro. Non è un ritorno nostalgico, ma un gesto necessario, l’ultimo tentativo di riaffermare se stessa, il proprio pensiero, la propria voce, in un mondo che cambia troppo in fretta e sembra voler cancellare tutto ciò per cui ha lottato: libertà, arte e identità. Spinta anche da gravi difficoltà economiche, Eleonora sceglie ancora una volta la scena come ultimo rifugio e campo di battaglia, spinta da un’urgenza interiore che trascende il successo o il riconoscimento. Il teatro diventa per lei un atto di resistenza, un luogo dove ogni parola pronunciata e ogni gesto compiuto assumono la forza di un’azione politica ed esistenziale.
Ma questa scelta radicale ha un costo. Gli affetti si allontanano, la salute si consuma, e il disincanto si insinua silenzioso, insinuandosi come una crepa invisibile. Eppure, fino all’ultimo, Eleonora resta fedele alla propria natura, non arretra di fronte al dolore né al declino, e affronta l’ultimo tratto del suo viaggio con la stessa intensità che ha sempre messo in scena. Perché si può rinunciare a tutto, persino alla vita, ma non alla propria integrità, che per lei coincideva con l’arte stessa.